Rotoli, manoscritti e pergamena

Alcuni dei codici più antichi sopravvissuti sono fatti di papiro. La maggior parte però sono fatti di pergamena ricavata, per esempio, da pelle animale. Il primo passo nella fabbricazione della pergamena consiste nella macellazione degli animali, spesso un gran numero di animali. Un codice molto grande poteva richiedere la macellazione di un intera mandria di bovini. Per esempio, è stato stimato che per fabbricare l’Evangeliario di Lindisfarne, risalente all’800 d.C. e fabbricato in Northumbria, sono stati necessari circa 300 bovini.

La pergamena può essere ricavata dalla pelle di qualsiasi tipo di animale; il termine vellum (dal latino ‘vitelus‘, cioè vitellpergamena1o) fa riferimento alla pergamena fatta con la pelle del vitello. Spesso i termini vengono confusi. Una volta che gli animali erano stati macellati e scuoiati, le pelli venivano immerse in una soluzione di calce per allentare la pelliccia che veniva poi rimossa raschiandola con un coltello a lama curva. Al contrario, la pelle, anch’essa fatta di pelle animale, veniva conciata. Per rendere il processo più facile e per evitare di tagliarla o forarla, la pelle destinata a diventare pergamena era mantenuta stesa su un telaio di legno a cui veniva attaccata tramite corde. Quando la pelle era asciutta, il telaio veniva regolato per mantenerla sempre tesa. Dopo qualche giorno, il processo di raschiatura e allungamento veniva ripetuto fino a quando il foglio di pergamena raggiungeva lo spessore desiderato. La pergamena migliore era così sottile da risultare quasi trasparente.

Alcuni fogli di pergamena non erano destinati a far parte di un libro. Qui c’è un esempio di diagramma didattico spesso usato come aiuto nell’insegnamento nelle aule medioevali.

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Insieme allo scopo di rappresentazione narrativa, l’elemento schematico nell’arte medioevale costituisce una delle caratteristiche salienti che la definisce. Se pensiamo alla relazione tra significato e fabbricazione, è importante fare delle considerazioni circa i materiali con cui i manoscritti erano fatti. Abbiamo già letto Paolo nella sua lettera a Timoteo dirci che i libri medioevali erano, per la maggior parte, fatti non di papiro ma di pergamena, cioè pelle animale.

Alcuni tipi di pergamena – preparate con pelle animale – prendono il nome dal vellum derivato dal vitello. Quando pensiamo a un libro, dobbiamo tenere a mente che ogni singola pagina, ogni ‘folio’, era in origine un foglio singolo. Per preparare questo materiale grezzo, il processo era tedioso e articolato. Spesso erano necessari molti animali; quindi era necessario un grande investimento materiale. Il pelo doveva poi essere rimosso tramite un bagno di calce. Dopo aver lasciato la pelle a macerare, il pelo veniva rimosso usando un coltello curvo chiamato “lunellum” per la forma a mezzaluna. Dopo aver fatto questo, la superficie era trattata in modo tale da poter assorbire l’inchiostro e, se richiesto, anche i pigmenti della pittura. E questo prevedeva la pulitura della superficie con una pietra pomice e, occasionalmente, applicando un sottilissimo strato di gesso. La pergamena assumeva diversi gradi di qualità: alcune erano molto sottili, altre più spesse, altre più raffinate o grossolane. In origine, il foglio della foto sopra potrebbe essere parte di un rotolo piuttosto che di un libro ed era usato a scopo didattico nella aule medioevali.

È illustrato con un diagramma basato sul numero 7: i sette peccati capitali, le 7 virtù. Ha la forma dei poster attaccati al muro o dei fogli aperti sul tavolo nel mezzo del seminario, attorno al quale gli studenti possono raccogliersi. Di certo non era parte di un libro; è stato
tagliato troppo drasticamente e lo si nota non solo sui bordi ma anche dalle tracce di illustrazioni aggiuntive, di cui rimangono solo pochi frammenti. È scritto in colonne. In questo caso, quattro colonne singole perché leggere il testo su una riga continua avrebbe reso l’operazione di apertura del rotolo molto difficoltosa. Siamo abbastanza abituati a questo meccanismo grazie ai moderni quotidiani.

Il diagramma vede Cristo in posizione centrale, al centro di tutte le cose. Mostra anche la figura dell’orgoglio appena sopra di lui, ma fuori dal cerchio. Il cerchio comprende, inoltre, i sette vizi capitali, le sette virtù, le beatitudini, altri attributi personificati di Cristo o del cristiano, tutti disposti in forma schematica che serve come strumento per memorizzare e per la meditazione.