SHAKESPEARE: il ritratto Chesterfield

Come si passa dalla morte di Shakespeare nel relativo anonimato di Stratford-upon-Avon nel 1616 a scrittore più famoso nella storia del mondo?

È una lunga storia e nei primi 50 o 60 anni, c’è un movimento abbastanza lento. I teatri sono chiusi nel 1642 quando i Puritani prendono controllo nella nazione. Hanno sempre disapprovato il teatro o ora hanno il modo per dimostrarlo.

Nel 1660, la monarchia viene restaurata, re Carlo II ritorna dalla Francia e i teatri vengono riaperti. Ora sono luoghi al coperto, molto diversi dai teatri precedenti come il Globe. Shakespeare è una parte importante del repertorio, tuttavia non è considerato un vero genio dalle persone del suo tempo. Le sue opere vengono messe in scena ma quelle di Beaumont e Fletcher sono recitate con più frequenza e quelle di Ben Johnson sono forse le più ammirate.

Tuttavia, in quegli anni di restaurazione, l’ammirazione per Shakespeare inizia a crescere. John Dryden, che diventa poeta laureato, scrive numerosi influenti saggi lodando Shakespeare per la sua grande fede nella natura. Inizia ad esserci interesse sulla vita di Shakespeare e sul suo aspetto fisico. Diversi biografi e memorialisti collezionano dettagli sulla sua vita, anche se dobbiamo aspettare il 1709 per vedere la pubblicazione della prima biografia.

Per quanto riguarda il suo aspetto, esistono almeno due ritratti interessanti eseguiti durante il periodo della restaurazione. Uno di questi è diventato noto come il ritratto Chesterfield, dal nome di uno dei proprietari. È particolarmente interessante perché fa fede all’unico ritratto di Shakespeare dipinto mentre era ancora in vita ma è stato elaborato, esagerato; rende Shakespeare una figura quasi superumana.

Borsseler, Pieter, active 1664-1687; The Chesterfield Portrait of William Shakespeare (1564-1616)

Il dipinto eseguito durante la vita del poeta, ad opera probabilmente di un artista di nome John Taylor, oggi è conservato alla National Portrait Gallery di Londra. È quell’immagine familiare di un Shakespeare stempiato, con un orecchino e un semplice tunica nera con colletto bianco.

Il pittore del Chesterfield, Zuccaro, ha ovviamente visto il ritratto originale ma poi lo ha elaborato. L’orecchino c’è ancora, il colletto è cambiato così come la posizione della mani. L’originale vede il poeta a mezzo busto. Nel Chesterfield, Shakespeare tiene in una mano una copia del primo folio, la collezione dei suoi lavori e con l’altra indica agli osservatori che nel testo sono contenuti saggezza, grandezza e genialità. Un piccolo drappo dietro di lui da dignità alla sua figura di gusto classico e antico. È un’immagine molto grande, un’immagine di uno scrittore che le persone stanno iniziando a considerare molto speciale.

Nonostante questo, sono le opere di Beaumont e Fletcher a essere messa in scena più di frequente e anche quando sono le opere di Shakespeare, sono spesso degli adattamenti. Le persone nel tardo XVII secolo e poi nel primo XVIII pensavano che il linguaggio di queste opere fosse più sofisticato, meno grezzo rispetto a quello del tempo di Shakespeare, e spesso quindi modificavano le opere del drammaturgo.

Allo stesso modo, c’era il sentimento (forse influenzato dal tempo che la corte di re Carlo aveva passato in continente) che la tragedia e la commedia dovessero essere tenute separate; che la tragedia dovesse essere dignitosa e solo la commedia divertente. Nel teatro francese del tempo, c’era un forte senso che tragedia e commedia non dovessero essere mescolati in una sola opera. Quindi è per questo che gli scrittori adattano Shakespeare; eliminano le parti divertenti dalle tragedie. Per esempio, il ruolo del giullare è eliminato dal Re Lear.

Gradualmente però, Shakespeare diventa maggiormente rispettato e, bene presto, le sue opere vengono trattate con rispetto dagli editori.